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I miei Piedi Piatti: il prezzo da pagare per un arco che non c’è!

 

I miei Piedi Piatti: il prezzo da pagare per un arco che non c’è!

Posted by Raffaello Riccio in Chirurgia del Piede, chirurgia mini-invasiva, dolore al piede, Patologie piede, Piede piatto, postura, test autovalutazione 12 Feb 2018

Ho 31 anni ed ho avuto i piedi piatti per tutta la mia vita, e questo non mi ha mai impedito di fare qualsiasi cosa volessi fare. Come la maggior parte delle persone, non ho mai pensato ai piedi piatti come ad un serio problema medico. Così è stato fino allo scorso anno, quando il dolore è diventato così forte che riuscivo a malapena a camminare o a stare in piedi. Dopo aver cercato di tenere duro per un po’ mi sono deciso a rivolgermi ad uno specialista.

Speravo in qualche semplice soluzione, come degli esercizi o una fisioterapia, che mi avrebbe permesso di continuare la mia vita normale e attiva. Il primo medico a cui mi sono rivolto ha provato di tutto; plantari, taping, ortesi, ma niente ha funzionato.  Quindi a malincuore mi sono rivolto ad un chirurgo ortopedico.

La sentenza fu che l’intervento era necessario, anche se il chirurgo mi avvisò che la procedura era invasiva ed i tempi di recupero lunghi. Cercai quindi una seconda opinione. Ma il secondo chirurgo voleva addirittura programmare il mio intervento entro una settimana!. E lì ho capito che l’intervento era inevitabile.

Nella maggior parte dei casi il piede piatto non interferisce con la vita di tutti i giorni, ma può succedere in casi gravi come il mio. Nel mio caso l’arco plantare era del tutto assente, costringendo il mio corpo a compensare in modo tale da causare gravi dolori alla schiena e alle ginocchia.
A quel punto il dolore era così intenso che avevo iniziato ad uscire di meno, cosa che mi deprimeva molto. Mi sentivo come se stessi perdendo il controllo sulla mia vita. Sono un attore, per cui se non lavoro non mangio, e come se fosse fatto apposta, ero stato da poco selezionato per il ruolo della mia vita: Macbeth.
Ma era il momento di fare una scelta. Mia moglie voleva che affrontassi l’intervento chirurgico.  Pensa a lungo termine, mi diceva. E alla fine ho messo da parte il Macbeth e ho programmato l’intervento chirurgico.

La prima operazione sarebbe stata sul piede sinistro; entrambi i piedi non potevano essere operati allo stesso tempo o sarei diventato un invalido. Prima dell’operazione mi è stato detto che avevo bisogno di sei procedure chirurgiche distinte, i cui nomi potevano pure essere stati in arabo! Riparazione del tendine tibiale posteriore, FDL trasferimento del tendine, osteotomia di calcagno, allungamento della colonna laterale, prelievo dalla cresta iliaca, e release del gastrocnemio.

Il 2 dicembre mi ricoverai per l’intervento. E fui fortunato! Durante l’operazione effettuata dal dott. Raffaello Riccio, il mio piede si corresse meglio del previsto, per cui furono necessarie solo due delle sei procedure programmate.

Eppure per me era come qualcosa vicina alla fantascienza. Il chirurgo tagliò il mio calcagno spostandolo di alcuni millimetri e avvitandolo di nuovo al mio piede con due grosse viti per ricreare l’arco plantare. Fu pure necessario un release del gastrocnemio per allungare il mio muscolo del polpaccio e correggere anni di retrazione causati dalla mia andatura innaturale.

Lasciai la clinica il giorno dopo con una prescrizione di antidolorifici per 3 settimane. E il chirurgo mi raccomandò di osservare la prescrizione.
Non avevo mai preso antidolorifici, nemmeno quando mi ero risvegliato con un dolore terribile dopo l’intervento chirurgico alla spalla due anni prima. Pensai: “Mi piacerebbe davvero continuare a non prendere farmaci”.

Due ore più tardi mordevo i cuscini sul mio divano. E corsi ad ingoiare quelle pillole più velocemente possibile!.

Dopo cinque giorni, la maggior parte del dolore era scomparsa, e così smisi di prendere l’antidolorifico . Due settimane più tardi, sfinito dal riposo forzato, mia moglie mi accompagnò alla mia prima visita di controllo.

Il dott. Riccio esaminò i raggi X, ed io potei effettivamente vedere la comparsa di un arco plantare, così come due grosse viti conficcate nel mio tallone (Mi ha detto che non le sentirò mai, nemmeno correndoci su). Quindi mi furono rimossi i punti e sostituito il gesso con un tutore da tenere per altre 3 settimane, prima di poter mettere il mio peso sul piede operato, e tornare gradualmente alla mia vita!.
Naturalmente ho fatto le mie ricerche su internet, e nei forum dedicati ho letto che non avrei recuperato al 100% prima di 6-8 mesi. Ma il mio ortopedico sostiene che per il fatto di essere giovane (31 anni) e atletico le mie ossa sono forti e dovrei guarire in fretta.  Inoltre non fumo e non bevo, altri fattori che potrebbero rallentare il processo di guarigione. ( Il mio vizio di vecchia data è il gelato). E naturalmente da non trascurare c’è il mio sovrumano X factor di guarigione, anche se ho avuto difficoltà a convincere il mio medico su quello ;).

L’ottimista iperattivo che è dentro me non aveva alcun dubbio che sarei stato compreso nel 90% di quota di successo per le osteotomie di calcagno. Il dottor Riccio sostiene che sono guarito come un 12enne, due settimane prima del previsto, e la prossima settimana proverò per il mio primo one-man show. ;).

Il mio piede destro sarà il prossimo.

R.C. Attore Professionista.

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